mercoledì 10 ottobre 2012

Milano

Milano è un pezzo d'acciaio
incandescente
battuto e ribattuto
che sembra non sapere più
neanche lui cosa vuole diventare.

Milano è il labirinto
d'intestini ciclopici
nel ventre d'una balena
che digerisce i suoi negozi
addormentata sul fondo
di sabbia e d'alga
della bassa,
e dormendo
sogna il suo sogno
caro e permaloso
fiero e scimmiesco
di ruote dentate
e mitteleuropa.

Milano è il brulicare
ipnotico e senza ironia
sotto un sasso umido
dopo una pioggia d'autunno:
millemila endo-pendolari,
lumache in camicia,
si trascinano appresso
barocchi trolley a rotelle
sbavando trame 
di brutti Urania,
captando voci
d'entità astrali
con le antenne
dei cellulari.

Milano è un guardaroba
in movimento
con dentro 
una sala fumatori,
le donne sono specchi
appannati d'aliti catalitici
dove si riflettono imbronciati
atlantici dolmen pubblicitari
di Lana Del Rey
in leggins e merinos.

Milano è il rantolo tubercolotico 
d'un colombo
abbarbicato s'un'alta balaustra
di pietra
nel cui affanno rauco
risuona l'eco
dei tacchi che pungono
le gole di marmo del centro,
il cocciar dei bicchieri
durante gli happy-hours,
i martelli pneumatici
che bucano la pelle 
di cemento
in cerca di vene
sane.

Milano è una bestemmia intraducibile,
una striscia di strass opachi
nella caligine infernale
delle sei di sera,
un cocktail-party a cui non sono invitato
(e per questo
mi sta sul cazzo
chi ci va).

Milano è anche un divano-letto
comodo
dove accucciarsi
e sognare il sogno Pinocchio
dolce e anacronistico
timido e monumentale
di una famiglia.




2 commenti:

dilla