martedì 10 marzo 2015

La realtà non mi parla più

La realtà 
non mi parla più.
Se ne sta di tre quarti
Fuma una sigaretta
Immersa nella luce netta
Della finestra,
Una stupenda
Crudele
Reminiscenza
Uscita dalla pellicola
Di un film della nouvelle vague.
Carne
In scala di grigi
Bocca
Serrata stretta
Nuca
Liscia, perfetta.

La realtà 
non mi risponde più.
Forse
Disgustata
Dai miei modi naïf:
"Un soldino per i tuoi pensieri"
Le faccio
Arriccio
Appena il labbro
Confido
Nell'irresistibile
Contagio
Di un sorriso.
Ella
Si volta stizzita
Scenera per terra
Guarda fuori
L'inganno piatto
Dell'orizzonte
O forse
La superficie macchiata
Del vetro,
I maldestri sentieri
Dello straccio.
Vorrei scavare quella nuca fredda
Con i polpastrelli
Allacciarmi ai nervi ottici
Rubarle lo sguardo,
Per un attimo.
Ma 
gregario
Accolgo
Il silenzio
Getto
L'attenzione
Nel pulviscolo
Sospeso
Inventando
Una costellazione
Di coriandoli
Di polvere
Di niente.

La realtà
Non mi rivolge più
Parola,
Fasciata
In un vestito
Tubolare
Inarca
La schiena
Flessuosa
Di gatta.
"Hai ripreso a fumare:
Non è auspicabile
Dopo i quaranta.
Con tutto
Che capita,
Ci manca
Soltanto
Una realtà
Malata
Di cancro"
Spio la reazione
Nel riflesso
Del vetro,
Due occhi
Di freddo
Mi gettano
Di un passo 
indietro.
Penso,
Forse
È stanca
Di essere raccontata,
Di quest'allegoria
Slabbrata,
Di questo fantasma
Di Femmina
Da conquistare,
Di questa smania
Tutta maschile,
Muscolare,
Del proteggere
Del penetrare.
"Potrei mai svestire
La mia armatura di simboli
Senza che appaia
Nuda apparenza
La mia miseria,
Inermità
Nulla?"


Ormai il silenzio
È una divisa da tenente
Appuntata di rumori,
Le spalle imbottite
Di urgenze.
Lei spegne il filtro
Sul davanzale,
S'alza elegante,
Veste l'impermeabile
E se ne scompare
Come sempre
Oltre la soglia
Del cosciente.