domenica 8 giugno 2014

Tra le tette dell'Estate

L'Estate è una rappresentante
di frutta bocca a bocca:
s'intrufola in casa
nelle buste della spesa
e s'insedia nella cesta,
nel piatto, nella dispensa,
sciorinando il suo campionario
- ragguardevole, davvero, campionario -
di dolci, tonde robe
dal rosso all'arancione.

Per quanto mi riguarda
la regina madre
di tutti i fottuti frutti
è la pesca tabacchiera,
anche detta
platicarpa,
o nettarina piatta
o meglio ancora
saturnina:
malinconica razza
di pesca domestica
dal caratteristico aspetto
di supertele sgonfio,
gusto robustamente zuccherino,
consistenza vellutata fuori
e sbrodolona dentro.

La Saturnina
si approccia
rigorosamente così:
innanzitutto
si spezza a metà
con gesto eucaristico,
poi si butta in bocca,
 - per prima e subito -
la metà senza nocciolo;
ora, con la mano libera, 
puoi togliere il nocciolo.
Infine ci si gode l'ultima metà,
senza fretta.

Ottima da mangiare
pensando sia il cervello
appena estratto
dalla testa di cazzo
del tuo peggior nemico.

Se la metti in macedonia
insieme a robe plebee
come mele e anguria,
evita di parlami,
Coglione.
Grazie.

Quando la mangio
e non ho nemici
da bestemmiare,
mi sembra come
d'infilare la faccia
tra le tette sudate
e giganti dell'Estate
e fare con le labbra
sulla pelle aranciorosa
tutti i versi che so fare,
tra cui l'aeroplano
che sorvola il mare.