Le Preghiere sono tutte
brutte e strabiche,
le gambe dimagrate
infilzate come stecchi
nei corpi rugosi
scavati di lacrime,
involti di stracci
fradici.
Piangono dementi
- le Preghiere -
sputando avanti
il loro denti marci;
piangono insolenti
- le Preghiere -
coi palmi protesi
a soffitti di ragnatele,
le ceste scoperte
a mostrare
pugni di mosche.
Lamenti ammantati,
zoppicano fra i cocci
dei destini infranti
dall'Errore,
scie di pianti,
carezzano
e avvinghiano
e consolano
con dita disgustose
e secche
gli orfani
di futuri morti.
E quegl'occhi
- Diobbuono! -
quegl'occhi
storti
che bucano
che fissano
non fissando
perduti
nell'orbite
vuote
del cielo
cieco.
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dilla