Ma la natura è muta.
È una verità assoluta
che ogni natura
prenderebbe a lamentarsi
se le fosse data la parola.
Questa proposizione
ha un significato duplice.
Per primo,
Significa che la natura
piangerebbe
per la sua stessa afasia.
L'incapacità di parlare
è il grande dolore della natura,
e la vita dell'uomo
e la parola del poeta
sono contenute in lei
per redimerla
da questa sofferenza.
Per secondo,
quella proposizione
dice che essa
si lamenterebbe.
Ma il lamento
è l'espressione
più indifferenziata,
impotente
della lingua,
che contiene quasi solo
il fiato sensibile;
e ovunque solo un albero
stormisce,
echeggia insieme
un lamento.
La natura è triste perché è muta.
Ma il rovescio
di questa proposizione
scava ancora più a fondo
nell'essenza della natura:
è la tristezza della natura
che la rende muta.
Vive,
in ogni tristezza,
in ogni tristezza,
la più profonda tendenza
al silenzio,
e questo
è infinitamente più
che incapacità o malavoglia
di comunicare.
Ciò che è triste
si sente interamente conosciuto
dall'inconoscibile.
(Taglia e cuci da Sulla lingua di Walter Benjamin)
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dilla