venerdì 4 gennaio 2013

L'uomo che uccideva i pensieri carini

L'uomo che uccideva i pensieri carini
si chiama Vincenzo
e veste spesso di viola.
Vincenzo,
non appena pensi a un gatto
lo investe.
Ma non solo:
se sei con la morosa
sotto un plaid
davanti il camino
e fuori nevica
e siete nudi
e vi carezzate
e pensi che l'ami
- dannazione -
l'ami davvero,
Vincenzo arriva
e ti scarica sui pensieri d'amore
un baule di immagini
di matrimoni finiti 
a piatti rotti
e figli infranti,
di Lorene Bobbit 
che sventolano fiere
peni recisi come bandiere,
di mantidi religiose
golose
colte da languore
nel mentre dell'atto;
e proprio mentre
i tuoi pensierini d'amore
stanno cercando di restare a galla
in quel mare di merda,
Vincenzo è lì,
ride,
e li fiocina
con tutte le acute
e meschine tattiche
che hai messo in atto
per finire sotto quel plaid
con lei.
Ma non credere,
non è finita mica qui:
Vincenzo,
se gli salta
fa di peggio,
di peggio assai.
Vincenzo se pensi
di aiutare una vecchia
ad attraversare
ti sussurra all'orecchio
di toccarle le tette
molli, rugose
e scappare,
Vincenzo se pensi
che hai voglia di gelato
accenna al fatto
letto sul giornale
che nel cono
di sicuro
si nasconde
un dito di cane
o un pene di mulo,
Vincenzo se ti stai 
facendo una seghetta
entra all'improvviso
dalla porta del bagno
vestito da corsaro
a cavallo di un cannone
urlando: "Cazza la randaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!",
Vincenzo se semplicemente
non stai pensando a niente
arriva col giornale
e ti si siede sul naso
e sfogliando tossisce
e di lì non scompare
finché non pensi, almeno,
a un ciccione col filo interdentale.
Per dire,
di Prévert
Vincenzo era il peggior nemico:
gli ha ucciso
quintali 
di uccellini
e stelle
e amori
e leoni di mare
in piedi sul triciclo.
Capisco che vi sembri
un po' rompicoglioni
'sto Vincenzo serial-killer
di penzieri boni,
ma la storia sua è molto triste
e non si puote raccontare:
dice solo che una volta
era marxista rivoluzionario
e voleva cambiare il pianeta
senza dubbio alcuno in meglio,
ma un pensiero tanto bello
lo assorbì completamente
e così non cambiò mai
un bel cazzo di niente.
Da allora, irrancidito,
Vincenzo ammazza pensierini
che reputa insulsi, buoni, carini
ma dannosi per la massa
perché fiaccano l'intento
e la volontà tutta
del popolo distratto.
Anzi, sapete che vi dico,
ormai che l'ho raccontata
la sua storia è diventata
una cosa da nulla
una poesiuola, una cazzata:
per questo già sento
i passi di Vincenzo
nel silenzio di fosforo
che mi entra nel cervello
per impiccarsi il collo
a quest'ultimo 
inutile
apostrofo
'



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dilla