Oggi
ho finito lo shampoo che amavi. Che strano. Proprio oggi, che tu più
non m'ami.
Lo
shampoo più balsamo, nel flaconcino arancio - che diceva luccicando:
"ricci perfetti", che diceva sornione: "sapore di
more" - galleggia nella spuma tra i capelli morti, tra i miei
ricci, non proprio perfetti. Galleggia svuotato, ugualmente
arancione, ugualmente luccicante e perfetto nella forma sua esterna
d'ingannevole tubetto. Galleggia e non s'arrende al gorgo; blatta di
plastica riversa, fantasma vuoto, bolla d'aria e polietilene, ricordo
d'odore, d'essenza concentrata, cremosa, emolliente.
Quanto
sei durato: un mese? Qualche giorno ancora? Più o meno, a contarlo
male, quanto il nostro amore.
Se
quella sera non fossi uscita, se in quel locale una nostra amica, se
il cocktail fosse stato più leggero, se non avessi dato le spalle a,
se la musica almeno, se non ti avessi mai visto sul treno, se casa
mia fosse stata a due passi, se tu non mi avessi presa sotto spalla e
se io non avessi avuto rovi di more mature tra i capelli freschi e
fragranti di shampoo.
È
colpa mia se tua nonna ti preparava la colazione col the e la
marmellata di more?
No,
non credo.
La
colpa è delle lancette che s'incontrano sempre, dopo ogni giro, nel
mezzo, perfette. Come quella notte, alle tre, le nostre bocche. Ogni
incontro obbedisce al capriccio di ritmi indipendenti, che per poco,
casualmente, s'intrecciano in un valzer di millimetriche coincidenze.
Le
bestie innamorate, non sanno mentire: il loro affetto ha un
linguaggio chimico, un inchiostro ghiandolare, che marca la pelle
dell'altro, lo spazio e l'intento. Ma segue un ciclo preciso, un
ritmo astrale, come quello delle lancette: dopo poco si separano, sia
i corpi che le bocche che le strade. Si spegne ogni odore.
Gli
uomini, invece, mentono sui profumi, persino, figurarsi sugli amori.
Puoi
cercare, se vuoi, la marca del mio odore sullo scaffale dei prodotti
da bagno, al supermercato. Taccheggiare un po' di nostalgia.
Ero
una torta di more, ogni mattina tra le tue lenzuola; ora galleggio
sulla spuma di ricordi, flacone vuoto, spettro orfano del tuo
desiderio.
Domani è un altro shampoo.
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dilla