giovedì 27 dicembre 2012

Sono ateo, ma non praticante.

Dio,
perché mi hai abbandonato?
E non rispondere
con la solita menata
delle orme,
della sabbia,
che prima eran quattro
mo' son due
perché quando il gioco 
si fa duro
Gesù ti prende a tracolla;
smettila con 'ste stronzate
che manco Coelho
con la diarrea 
le spara tanto grasse.
Te lo dico io
il perché:
è che non esisti.
Ecco, 
te l'ho detto.
No, lasciami finire 
adesso,
che hai avuto tutta l'eternità
per parlare,
senza manco un Floris
un Santoro
un Vespa
a moderare
il tuo Verbo
strasbordante.
Il fatto è che non ci prendi
proprio un cazzo
in braccio,
perché le braccia 
non ce l'hai manco,
e con ciò non intendo
che sei focomelico
o un tirannosauro,
né che sei qualcosa
tipo puro spirito
- che mi sembra
insensato uguale -.
Con ciò intendo 
che proprio non ci sei più.
Che prima forse c'eri,
non lo so,
io di certo non t'ho ucciso,
né mi va di fare il Cluedo
con il Col. Nietzsche
il Dott. Freud
e Mrs. Marx:
"è stata Mrs. Marx
con la falce
in veranda".
Non mi interessa.
Quel che mi frega,
è che dopo la rabbia
per il fatto che c'hai abbandonato
come un genitore un tantino stronzo
dentro 'sta monnezza,
è subentrata la disillusione,
lo sconforto,
la bestemmia tripla carpiata,
l'accettazione amara
e
infine
la consapevolezza.
Consapevolezza che
un genitore che ti piglia in braccio
appena c'è un granchio sulla sabbia
è uno stronzo lui pure.
Che l'adultità
è uscire
da una condizione di minorità
e camminare stentando
non da babbo a mamma
in un recinto sicuro,
ma dalla vagina 
alla tomba
e di sicuro, per il resto,
non v'è fava.
Ma in mezzo c'è un sacco di roba,
si spera.
Roba a cui ho bisogno 
di trovare un senso
a prescindere dal fatto
che tu l'abbia creata
con uno starnuto,
o dal fatto
che sia il prodotto
di una partita a tetris
tra atomi che cadono
infinitamente obliqui
nel vuoto.
Perciò,
anche se in ritardo,
grazie Dio:
non esistere
è il più bel regalo
che potevi farci.
Comunque ci sentiamo,
ogni tanto.
Magari a Natale
si riunisce tutta la tavolata
e si fa un bel pranzo,
ci racconti ancora una volta
tutte quelle belle storie
che abbiamo già sentito
milioni di volte
e noi ti si sta ad ascoltare,
come si ascolta un vecchio
che parla di un mondo
che non c'è più.


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dilla