martedì 4 dicembre 2012

Disegnami una coda da mordermi.

Lo stregone pescò 
un pugno di mosche 
dal borsello di zebra
e imboccò il serpente
che ne contò gli anni
uno per volta
finché s'accorse 
che ne mancava uno
e la sua pelle era morta.
quella sera la suocera
dal suo mazzo di carte
pescò un lesto fante
e finì di ricamare
il suo arazzo solitario
il suo sogno di famiglia
con la penna e il diario.
Da tre giorni
e tre settimane
una civetta canta
sul tetto della mia casa:
quando smette
il sole applaude
e posso sognare.
I dardi che il sergente
sistema nella faretra
non sbagliano mai un colpo,
per questo non li spreca
né li ha mai usati:
sono il lascito di un orso
che perdendo a poker
è rimasto in mutande,
ma per esso fu un guadagno
giacché solitamente
vagava nudo per il bosco.
Le scimmie urlatrici
hanno bottoni di bronzo
incastrati nei crani
che regolano i volumi
dei loro silenzi:
sono sempre spenti.
Un giorno una storia
mi ha chiesto sottovoce
di non esser raccontata
perché era una storia triste,
e io l'ho accontentata;
da allora è felice
si racconta da sè.
Una notte un sogno
educatamente
m'ha chiesto di svegliarlo
quando avessi finito,
finito di sognarlo.


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dilla