Tra le cose
mie favorite,
spicca il fermarmi
al passaggio di livello
aspettando
- ben aperto
il finestrino
della mente -
l'arrivo
con passo gigante
del convoglio
d'ottone pulsante.
C'è prima
come un fremere
di pioggia
di bacchette,
poscia bassi odori
d'asfalti sudati
frammisti
a frusciar di piatti
affumicati
e imprevedibili tuoni
di ciarlatani
charlestoni.
Ecchinfine
annunciato
charlestoni.
Ecchinfine
annunciato
da fughe di code
di tasti dolenti
pestati da diti
di stolti sapienti,
appare
-al contempo
fonocometa ilare
e mesto arcivescovo -
Giovanni Trenofresco:
locomotivo di respiro
e tasti pistoni,
incantatore di pitoni,
dipana spiriti
e demoni ctoni.
Ed è
come Efesto
infiammato
dal mantice
di Elio,
ladro ermetico
d'aliti morti,
succhiatore di flegma
e di pneuma:
ricompone
sotto al timpano
del tempio cranico
la pulsazione
del diaframma cosmico.
Il tempo
d'un inchino profondo
al punto
da rovesciare il cerebro
oltre il bordo
dello scheletro,
ed ecco,
il silenzio
- uccello pigro -
s'impadronisce
della corrente:
tutto svanisce,
la realtà riemerge
prepotente.
Hai pensato di recitarla, seguendo il suo ritmo sincopato? Mi sembra un pezzo da dire, più che da leggere. (In ogni caso io l'ho letto come se lo stessi dicendo.)
RispondiEliminaChissà chi sono.
ti ho scoperto, Jon Bonjovi.
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