Questa Primavera mi ha perso alla sprovvista
come un lancio di Pirlo
che supera superbo la linea dei difensori
e s'insinua serpentino in area.
E però io - centravanti sbadigliante -
mi sono scordato il movimento di ritorno,
che ero già lanciato
verso un inverno eterno
e volevo solamente
rubare i guanti
al portiere volante,
al portiere gigante,
al portiere elefante.
Mi cogli in fuorigioco
Primavera,
non ci siamo capiti:
dovevi darla in fascia
al terzino
al terzino
e andare a centro area,
io portavo fuori l'uomo
e così Di Livio
con una finta a rientrare
si fotteva il difensore,
la buttava in mezzo
e tu insaccavi,
smarcata,
libera
indisturbata.
indisturbata.
Lampo di genio un cazzo,
Primavera:
Primavera:
non c'è nulla di innovativo
nell'anticipare le cose,
non c'è nulla di creativo
nel non annunciarle,
e adesso
mi hai preso alla sprovvista,
troppo vestito
troppo vestito
col dolce vita grigio
e il pantalone marrone
di velluto costato,
sudato,
come un terrorista
al check-in
col gilet imbottito
di freddo esplosivo.
Sarai contenta.
E
mi sa
lo sei.
Tu te ne freghi
della mia posizione irregolare
del mio umore di tritolo
del mio guardaroba d'anziano,
tu esplodi
in una risata verde
e fai spallucce
e hai occhi di sole
e appari solo
se e quando ti pare
a dispetto delle marmotte
e dei metereopatici
e dei governi
di larghe intese:
me l'ha sussurrato
stamane
un sauro
accoccolato
s'un coccio
solitario
ubriaco di tepore.
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dilla