giovedì 21 marzo 2013

Questa Primavera mi ha preso alla sprovvista


Questa Primavera mi ha perso alla sprovvista
come un lancio di Pirlo
che supera superbo la linea dei difensori
e s'insinua serpentino in area.
E però io - centravanti sbadigliante -
mi sono scordato il movimento di ritorno,
che ero già lanciato 
verso un inverno eterno
e volevo solamente
rubare i guanti
al portiere volante,
al portiere gigante,
al portiere elefante.
Mi cogli in fuorigioco
Primavera,
non ci siamo capiti:
dovevi darla in fascia 
al terzino
e andare a centro area,
io portavo fuori l'uomo
e così Di Livio
con una finta a rientrare
si fotteva il difensore,
la buttava in mezzo
e tu insaccavi,
smarcata,
libera
indisturbata.
Lampo di genio un cazzo,
Primavera:
non c'è nulla di innovativo
nell'anticipare le cose,
non c'è nulla di creativo
nel non annunciarle,
e adesso
mi hai preso alla sprovvista,
troppo vestito
col dolce vita grigio
e il pantalone marrone
di velluto costato,
sudato,
come un terrorista
al check-in
col gilet imbottito
di freddo esplosivo.

Sarai contenta.

mi sa
lo sei.
Tu te ne freghi
della mia posizione irregolare
del mio umore di tritolo
del mio guardaroba d'anziano,
tu esplodi
in una risata verde
e fai spallucce
e hai occhi di sole
e appari solo
se e quando ti pare
a dispetto delle marmotte
e dei metereopatici
e dei governi
di larghe intese:
me l'ha sussurrato
stamane
un sauro
accoccolato
s'un coccio
solitario
ubriaco di tepore.





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dilla