mercoledì 4 settembre 2013

Cosa fare se investite un cinghiale

Premetto che il titolo nella sua esaustività dovrebbe essere: cosa fare se malauguratamente investite un cinghiale senza ucciderlo con una Ipsilon 10 scassata mentre state viaggiando a moderata velocità su una strada provinciale piemontese intorno a mezzanotte. Questo perché una sana dose di innato empirismo (notare il bell'ossimoro) non mi permette di generalizzare una singola esperienza in modo da ottenerne una legge universale scientificamente accettabile. Per sentirmi legittimato a far ciò dovrei provare ad investire cinghiali in molti altri luoghi e con altri mezzi e a diverse velocità - chessò, con una moto d'acqua dentro ad una piscina olimpionica - ma ho paura che la cosa si riveli illegale e dispendiosa. Nonché fondamentalmente inutile.
Perciò preferisco limitare il mio vademecum ad un singolo caso che, sì, risulterà per i più poco utile a causa della sua specificità, ma spero altresì che possa rendere la vita più semplice anche solo ad uno di quelli che lo leggeranno.
Fatta questa precisazione, il primo consiglio è molto semplice: chiamate gli sbirri.
Nel senso: prima parcheggiate in un luogo tranquillo, constatate il danno subito dalla macchina e - dio non voglia - dalla vostra bella persona, cercate di capire se la bestia è viva, morta o x (nel mio caso x, poiché se n'è fuggita nella boscaglia al trotto, senza neanche fermarsi a chiedere scusa) e poi chiamate gli sbirri. Questo perché l'assicurazione tende a pretendere che il fatto sia accertato da un verbale delle forze dell'ordine. Potrà apparire sgradevole, ma la vostra parola vale meno di guano per un assicuratore. Anche se corredata da fango, sangue e setole nere appiccicati a ciò che resta del veicolo in questione.
Ma fatelo subito, di chiamare gli sbirri, perché io l'ho fatto il giorno dopo e quelli non son più voluti venire. Giuro. Se la son presa. Lo sbirro è così, sensibile: se non lo metti subito a parte di tutte le tue vicende personali ci sta male.
"Ma come, non ci ha avvisato subito?"
"Eh, no. Può sembrarle strano, ma non avevo mai accartocciato la macchina contro il culo di un cinghiale di due quintali, quindi non sapevo di dover chiamare immediatamente la sbirrolizia".
Quindi, sticazzi, il verbale non me l'han fatto.
Dopo tutto ciò, è probabile che vi rendiate conto che la macchina non riparte più. Sarà che il radiatore è magicamente scomparso, sarà che la ruota sinistra converge al centro peggio del PD, sarà che da sotto piscia un liquido non ben decifrato... fatto sta che da lì non si muove.
Perciò comincia la trafila divertente del carro-attrezzi.
Tendenzialmente il carro-attrezzi dovrebbe essere compreso nell'assicurazione: c'è un numerino nel vostro tagliando, un simpatico numerino verde, che promette di fornire assistenza europea 24 ore su 24. Tu chiami e ti risponde un nastro registrato che ti chiede gentilmente di schiacciare 1 se hai bisogno di un traino. Poi ti chiede di schiacciare altri numeri. Tu li schiacci come si schiacciano brufoli di bile. Dopo una serie di 1, la voce registrata, da mascula che era, diventa una donna e ti dice di aspettare in linea per poter parlare con un operatore. Tu aspetti, e intanto pensi che non avevi mai preso in considerazione l'ipotesi che le voci delle segreterie potessero prendere una decisione così ardita come quella di cambiare genere e sesso. Probabilmente però sono solo pregiudizi tuoi. Perso nei tuoi vagheggiamenti, vieni ricondotto alla concretezza dalla voce transessuale che ti ricorda l'importanza di rimanere in linea. Parte una musichetta allegra e ritmata. La scena si ripete per circa cinque volte, dopodiché decidi che vaffanculo. Riprovi e rifanculizzi tre volte. Niente. Spostare la macchina da lì ti costerà una settantina di euri in supplemento all'inculata e alla rottamazione. Grazie Zurich (questa è cattiva pubblicità, a'nfami).
Ora, c'è un'ultima inutile cosa da fare: contattare l'Ufficio caccia e pesca della provincia di pertinenza. Ivi ti spiegheranno dettagliatamente (e con quella rara disponibilità dettata dalla noia di chi non ha un cazzo da fare) come fare per presentare sulla loro scrivania una richiesta di risarcimento danni. Tutto questo sarebbe estremamente civile, dato che nella strada in questione non erano presenti segnalazioni di pericolo attraversamento animali selvatici. Peccato che l'ufficio suddetto non riceva fondi dal capoluogo da circa un paio d'anni, il che rende qualsiasi richiesta di rimborso un mero, divertente esercizio di abilità burocratica; un passatempo per pensionati o disoccupati.
Intanto il cinghiale, evento inatteso, sfuggente grumo di pelo nero, si divincola dalle maglie del senso umano; trotta oltre la biscia di cemento, lontano dalle lamiere arricciate, sbattendosene degli attraversamenti pedonali e dei cartelli, delle frecce e degli assicuratori. Lui grufola e tira dritto. Per un istante il mio universo ha colliso col suo, e ha avuto la peggio.



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dilla