Questa storia - come tante
altre - comincia intorno al fuoco.
È il III millenio a.C.
sulle coste della Fenicia. Marinai dormono sulla spiaggia.
Quasi
l'alba. Le braci sono spente. Fa freddo.
Così freddo che uno si
sveglia, sbadiglia e guarda ciò che resta del falò: cenere nella sabbia. Poi si stropiccia gli occhi e nota che c'è qualcosa tra la fuliggine che riflette i primi raggi del sole nascente.
S'avvicina, curioso. Un solido amorfo e vischioso, simile a ghiaccio sporco,
scintilla magico alla luce del giorno.
Tecnicamente parlando -
per i chimici - è ossido di silicio solidificatosi senza
cristallizzazione.
I fenici non lo sapevano.
Ma sapevano navigare in tutto il mediterraneo. E vendere. E lo
diffusero.
I greci non lo sapevano.
Ma sapevano osservare la Natura e desumere leggi. E ci costruirono
lenti per concentrare i raggi solari e appiccare il fuoco.
I romani non lo sapevano.
Ma sapevano godere degli spettacoli pubblici. E lo usarono per
osservare meglio dagli spalti gli scontri tra gladiatori.
I barbari non lo sapevano.
Ma sapevano essere tipi pratici. E ne migliorarono la tecnica di
produzione.
Gli arabi non lo sapevano.
Ma sapevano conservare gli scritti antichi e rifletterci sopra. E
rinnovarono l'ottica geometrica.
I veneziani non lo
sapevano. Ma avevano un impero commerciale e ottimi bottegai. E lo
usarono per costruire occhiali da esportare in tutto il mondo.
Gli olandesi non lo
sapevano. Ma erano bravissimi artigiani. E ci costruirono lenti
sempre più piccole e precise.
Galileo non lo sapeva. Ma
era un genio. E ci costruì il cannocchiale.
(Per alcuni questo è
l'inizio della scienza moderna. Il cosmo? Uno spazio infinito. La
Terra? Un granello di sabbia. L'uomo? Una scimmia glabra. Anzi - che
dico - un acaro, una bestiolina nuda e abbandonata in un universo
senza bordi e frutto del caso. Non il prodotto più alto della
creazione. Forse neanche l'unico animale intelligente. Forse esistono
infiniti mondi. Forse esistono esseri più evoluti. Forse ci
sono più cose in cielo e in terra di quante ne possa pensare la
filosofia. Forse...)
Anche Robert Hooke e
Antony Van Leeuwenhoek non lo sapevano. Ma erano geniali dilettanti.
E ci costruirono il microscopio, perfezionando gli strumenti di
alcuni artigiani olandesi.
(Per alcuni questo è un
momento di svolta per le scienze della vita e la chimica. L'uomo?
Un'agglomerato di minuscoli “animaletti”. Un grannello di sabbia?
Un pianeta. Un centimetro quadro? Uno spazio infinito. Non esiste più
nulla che non valga la pena di osservare. Forse la ruggine è una
foresta. Forse un pezzo di sughero è un monastero. Forse una goccia
d'acqua è popolata come un oceano del Precambiano. Forse in ogni
cosa si celano mondi popolati da forme di vita sconosciute, o il
segreto della vita stessa. Forse...).
L'uomo oggi - grazie al
vetro - ha potuto vedere che il vetro è ossido di silicio
solidificatosi senza cristallizzazione.
In compenso, non sa più
vedere molte altre cose.
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dilla