venerdì 12 aprile 2013

Faremo gli occhiali così


Questa storia - come tante altre - comincia intorno al fuoco.
È il III millenio a.C. sulle coste della Fenicia. Marinai dormono sulla spiaggia. 
Quasi l'alba. Le braci sono spente. Fa freddo. 
Così freddo che uno si sveglia, sbadiglia e guarda ciò che resta del falò: cenere nella sabbia. Poi si stropiccia gli occhi e nota che c'è qualcosa tra la fuliggine che riflette i primi raggi del sole nascente. S'avvicina, curioso. Un solido amorfo e vischioso, simile a ghiaccio sporco, scintilla magico alla luce del giorno.
Tecnicamente parlando - per i chimici - è ossido di silicio solidificatosi senza cristallizzazione.
I fenici non lo sapevano. Ma sapevano navigare in tutto il mediterraneo. E vendere. E lo diffusero.
I greci non lo sapevano. Ma sapevano osservare la Natura e desumere leggi. E ci costruirono lenti per concentrare i raggi solari e appiccare il fuoco.
I romani non lo sapevano. Ma sapevano godere degli spettacoli pubblici. E lo usarono per osservare meglio dagli spalti gli scontri tra gladiatori.
I barbari non lo sapevano. Ma sapevano essere tipi pratici. E ne migliorarono la tecnica di produzione.
Gli arabi non lo sapevano. Ma sapevano conservare gli scritti antichi e rifletterci sopra. E rinnovarono l'ottica geometrica.
I veneziani non lo sapevano. Ma avevano un impero commerciale e ottimi bottegai. E lo usarono per costruire occhiali da esportare in tutto il mondo.
Gli olandesi non lo sapevano. Ma erano bravissimi artigiani. E ci costruirono lenti sempre più piccole e precise.
Galileo non lo sapeva. Ma era un genio. E ci costruì il cannocchiale.
(Per alcuni questo è l'inizio della scienza moderna. Il cosmo? Uno spazio infinito. La Terra? Un granello di sabbia. L'uomo? Una scimmia glabra. Anzi - che dico - un acaro, una bestiolina nuda e abbandonata in un universo senza bordi e frutto del caso. Non il prodotto più alto della creazione. Forse neanche l'unico animale intelligente. Forse esistono infiniti mondi. Forse esistono esseri più evoluti. Forse ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne possa pensare la filosofia. Forse...)
Anche Robert Hooke e Antony Van Leeuwenhoek non lo sapevano. Ma erano geniali dilettanti. E ci costruirono il microscopio, perfezionando gli strumenti di alcuni artigiani olandesi.
(Per alcuni questo è un momento di svolta per le scienze della vita e la chimica. L'uomo? Un'agglomerato di minuscoli “animaletti”. Un grannello di sabbia? Un pianeta. Un centimetro quadro? Uno spazio infinito. Non esiste più nulla che non valga la pena di osservare. Forse la ruggine è una foresta. Forse un pezzo di sughero è un monastero. Forse una goccia d'acqua è popolata come un oceano del Precambiano. Forse in ogni cosa si celano mondi popolati da forme di vita sconosciute, o il segreto della vita stessa. Forse...).
L'uomo oggi - grazie al vetro - ha potuto vedere che il vetro è ossido di silicio solidificatosi senza cristallizzazione.
In compenso, non sa più vedere molte altre cose.



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dilla