sabato 29 settembre 2012

Alla mia anima puzzano i piedi


Alla mia anima
puzzano i piedi.
L'ho vista tra le palpebre
del dormiveglia
l'altra mattina
entrare in camera
per coricarsi;
Era tornata
da un viaggio cosmico,
robe che non vi dico:
anni luce
di diapositive
di lei e la sua anima gemella
m'aspettavano
tatuate nelle cervella
al risveglio.
Era lì, ritta, in mezzo alla stanza,
pigiama fotonico.
ho perso tre pullman”
biascicava, sbronza,
alito fetido,
ho fatto la via lattea
a piedi”.
Barcollava,
s'appoggiò a una mensola
ruppe un gatto
di terracotta
che cambiava colore
col tempo.
Era nero.
Era notte.
meglio così”
sussurrò poi
meglio averli perduti,
i bus,
che sui cubetti di porfido,
vibrano come nokia
e mi solleticano la prostata
e mi causano
certe erezioni
che poi scendere
alla fermata
è tutto un imbarazzo
e un nasconderlo con la borsa:
scusi signora,
permesso,
io e la mia borsa 
dovremmo passare”.
Si sfilò
i calzini sudati
con rigore e precisione,
li poggiò
sullo schienale ligneo
della mia sedia,
li lasciò penzoloni
come lingue
a rifiatar,
come soppresse
a stagionar,
come leonesse
ad agguatar.
Puzzavan convinti,
senza se e senza ma,
puzzavan distinti,
appendici ultime
dell'estremità
dell'anima mia.
Poi l'anima
mi s'è accoccolata
nel petto
come un gatto
e ha cominciato
a darci d'adenoidi.
Cinque minuti dopo
il corpo s'è svegliato,
s'è tirato su dal letto,
e s'è accorto d'essere,
lui stesso,
il letto di un'anima
stanca e sudata.



1 commento:

dilla